November 14, 2025

Cooperazione, collaborazione, co-progettazione

La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza è una documentazione “approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176, depositata presso le Nazioni Unite il 5 settembre 1991”.

Emerge in un contesto in cui si reputa necessario legalizzare e tutelare i diritti dei “fanciulli” (si utilizza questa terminologia per tradurre il più ampio spettro della terminologia inglese “child”, che comprende bambini, ragazzi, adolescenti) e permette inoltre di non trattare più il singolo minore come una versione, appunto, ridotta dell’adulto, ma come un essere senziente con bisogni e necessità, primarie e non, del tutto differenti dagli adulti stessi.

Con questi approfondimenti tematici vogliamo mettere in luce principi che, nel contesto attuale, riteniamo non siano garantiti e che, sicuramente, causeranno cambiamenti sostanziali nelle vite degli adulti e delle società future.

Come nei nostri progetti sosteniamo che tutto ciò che realizziamo con e per bambini possa creare adulti più consapevoli un domani, allo stesso modo il contesto in cui stiamo attualmente facendo crescere i kids modellerà i loro atteggiamenti e le loro future relazioni con sé stessi e con gli altri.

L’articolo 4 della Convenzione, che qui riportiamo tradotta all’italiano, attesta che:

“Gli Stati parti si impegnano ad adottare tutti i provvedimenti legislativi, amministrativi e altri, necessari per attuare i diritti riconosciuti dalla presente Convenzione. Trattandosi di diritti economici, sociali e culturali essi adottano tali provvedimenti entro i limiti delle risorse di cui dispongono e, se del caso, nell’ambito della cooperazione internazionale.”

Cosa significa cooperazione per designer o professionisti in generale?

Per chi progetta, CO-llaborare è un principio sostanziale per offrire soluzioni alle comunità.

Il co-design mette attorno allo stesso tavolo (fisico o metaforico) tutti gli stakeholder legati a ricerca, produzione, comunicazione e uso finale, così che le soluzioni siano utili, inclusive e sostenibili per le comunità a cui sono destinate.

Parlando di bambini, diritti e opportunità, la collaborazione tra figure diverse fa davvero la differenza. Non è solo lavorare insieme: è condividere materiali, metodi e linguaggi tra realtà piccole e grandi, locali e non.

Si parte dal vicino: scuole, quartieri, comuni e province. Offrire ai bambini occasioni nuove e formative è un impegno che riguarda designer, professionisti e caregiver. Per farlo bene servono materiali chiari, fonti affidabili e strumenti pronti da mettere in condivisione e diffusione.

Vi diamo qui alcuni suggerimenti di condivisione per co-progettare nuove esperienze di qualità per tutti:

  • Metodologie condivise. Ogni professione che lavora con l’infanzia ha un patrimonio di pratiche: metterle a fattor comune permette applicazioni trasversali e più eque;
  • Toolkit multilingue. Strumenti per attività, eventi ed esperienze interattive già tradotti (o facilmente traducibili) aiutano a farli circolare oltre i confini delle singole realtà;
  • Laboratori come ascolto reciproco. I laboratori sono il luogo in cui designer e stakeholder si incontrano: chi progetta impara dai partecipanti e i partecipanti fanno sentire la propria voce. Lo scambio di valore è reciproco quando la collaborazione è reale (PS: conosci già i nostri Laboratori del Perché?)

La cooperazione, anche internazionale, serve proprio a questo: scambiare ciò che funziona, adattarlo ai contesti, misurarlo nel tempo e renderlo accessibile. Così i principi della Convenzione diventano pratiche quotidiane.

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