PARLIAMO DI... la Giornata della Pace!
Oggi, 21 settembre, è la Giornata Internazionale della Pace.
Cosa significa un giorno come questo per noi addetti ai lavori (designer, aziende, professionisti...)?
Al mondo sono presenti più di 2 miliardi di bambini. Di questi, 468 milioni vivono in situazioni di guerra (fonte: Save the Children’s Report 2023 – Stop the War on Children).
Un bambino ogni sei vive in una situazione di guerra.

Quando parliamo di design e progettazione dedicata ai bambini, quanto veramente stiamo pensando nel dettaglio ai bambini a cui ci riferiamo?
Quanti prodotti, servizi ed esperienze sono proposti al mercato come esperienze genericamente “per bambini”?
Quanta progettazione è effettivamente volta a realizzare rappresentazioni accurate e non assunzioni generiche e trend passeggeri?
I bambini non sono tutti uguali!
Un elemento fondamentale della progettazione per i KIDS è il filtro delle età, che aiuta nella definizione di quanto viene progettato, ma soprattutto è di supporto immediato al caregiver durante la scelta di qualcosa che approssimativamente riesce così ad avvicinarsi a quelli che potrebbero essere gli interessi del bambino… o no?
Il problema sta anche nelle parole che usiamo. Il “BAMBINO”.
È bene non trascurare la totalità degli stakeholder a cui si comunica, ma nello specifico, ci chiediamo sempre chi sono i bambini?
Quando andiamo a costruire delle user-experiences, riferirsi appena all’età del bambino è un’approssimazione troppo esagerata.
Tutti i bambini sono diversi tra di loro, tutti hanno una voce e tutti dovrebbero poter esprimere la loro volontà assoluta all’interno delle esperienze. Questo in linea teorica.
Tutti i bambini sono diversi tra di loro, ma alcuni sono troppo diversi dagli altri. 1 bambino su 6 vive in una situazione di guerra. Gli altri 5, non lo sappiamo, ma potrebbero avere delle esperienze di vita del tutto differenti tra di loro. E qui il pattern cambia.

La domanda:
È ancora possibile una progettazione volta al generico stakeholder bambino?
Secondo noi, no.
È adesso il momento più importante per prenderci la responsabilità di aiutare il bambino nel particolare, non solo il bambino nel generale, a visualizzare il domani, studiando e comprendendo i suoi bisogni primari, ma anche i suoi interessi specifici e le sue peculiarità.
Solo facendo ciò è possibile stabilire delle priorità di azione per finalmente realizzare il Futuro già Presente. Per fare ciò però, è importante farsi domande, riflettere e agire, non soltanto in giornate come questa.
In tutto ciò, cosa ne pensano proprio loro, i bambini?
“Our Rights. Our Future. The Europe We Want” è un documento stilato tra il 2023 e il 2024 da una serie di organizzazioni riunite proprio per raccogliere le loro opinioni. Quasi alla fine del documento si parla proprio di priorità di bambini. Guerre e conflitti sono la priorità e la preoccupazione più alta per i bambini esaminati dal sondaggio, che cercano in tutti i modi di chiedere “agli adulti di ricordare che i bambini non sono solo il futuro; sono anche il presente”.