PARLIAMO DI... ConneXions!

Un dialogo a due voci sulle connessioni tra bambini, educatori e futuro: come ispirare, guidare e formare le nuove generazioni attraverso il design e l’educazione.

Prof.ssa Barbara del Curto
Responsabile del laboratorio di Sintesi Finale Design4Sustainable Future alla Scuola del Design del Politecnico di Milano e Direttrice Scientifica del Master in Design for Kids & Toys di POLI.Design.

Prof. Luca Fois
Docente del Laboratorio di Sintesi della Scuola del Design del Politecnico di Milano e co-fondatore e direttore tecnico del Master in Design for Kids & Toys di POLI. design (https://www.polidesign.net/it/formazione/product-design/master--designfor-kids-and-toys/).
Che influenza ha il gioco nelle connessioni tra generazioni, culture, persone?
Prof. Del Curto: Il gioco ha un’influenza straordinaria nel creare connessioni tra generazioni, culture e persone, perché agisce su un piano universale: quello dell’esperienza condivisa.
Il gioco è ponte tra passato e presente. I nonni che insegnano a giocare con le trottole, i genitori che riscoprono i giochi da tavolo con i figli, o che costruiscono insieme qualcosa: ogni momento di gioco diventa memoria viva e trasmissione di valori, di gesti, di modi di fare.
I giochi tradizionali raccontano storie di popoli. Dal gioco della campana al lancio del boomerang aborigeno, ogni cultura ha i suoi rituali ludici. Giocare insieme, anche tra lingue diverse, diventa un modo per comprendersi senza bisogno di traduzioni. Il gioco spesso rompe barriere, è un atto libero, creativo, spesso collaborativo. In un gioco si negoziano regole, si sviluppa empatia, si costruiscono legami spontanei.
Che sia una partita, una costruzione o un gioco simbolico, crea uno spazio dove le persone si riconoscono.
Prof. Fois: Da sempre, i genitori e i nonni hanno insegnato ai loro figli e nipoti in primis i giochi della loro infanzia e, in seguito, hanno fatto fatica a trovare giochi per le nuove generazioni. Inoltre, molti giochi e giocattoli sono nuove edizioni di antichi giochi: in questo c’è rapporto costante tra tradizione e innovazione.

Come trasformare il gioco in un’occasione per progettare il futuro?
DC: Il gioco è uno spazio creativo dove imparare, provare e immaginare, senza paura. È il punto di partenza ideale per progettare un futuro più empatico, flessibile e coraggioso.
Nel gioco si simula, si esplora, si fallisce in sicurezza. È un terreno ideale per testare idee, immaginare mondi alternativi, provare ruoli, regole e soluzioni.
Attraverso il gioco si allenano capacità chiave come il Pensiero critico, la Collaborazione l’empatia, l’adattabilità e la creatività; tutti elementi fondamentali per formare cittadini attivi, progettisti consapevoli, innovatori umani.
F: I bambini sono l’unico futuro già presente, e quindi l’osservazione che chiediamo di fare a tutti i designer del giocattolo è la condizione fondamentale per progettare giochi per il futuro.

Che rapporto c’è tra inclusività, sostenibilità e gioco?
DC: Inclusività, sostenibilità e gioco non sono mondi separati: sono alleati naturali.
Un gioco è sostenibile non solo se è fatto con materiali riciclati, ma se non esclude nessuno: l’inclusione è una forma di sostenibilità sociale.
F: Il gioco è una modalità del nostro cervello per conoscere il mondo, la realtà, gli altri e noi sé stessi.
Per questo il gioco si basa su due pilastri: la sostenibilità ambientale, per conoscere il mondo; l’inclusività relazionale e sociale, per conoscere gli altri e sé stessi.

Quanto è importante confrontarsi con bambini, famiglie ed educatori nel processo di progettazione?
DC: Confrontarsi con bambini, famiglie ed educatori nel processo di progettazione non è solo utile: è una condizione essenziale per creare oggetti, giochi e spazi davvero significativi, funzionali e sostenibili.
I bambini sanno giocare con libertà e immaginazione, testano i limiti, trovano nuovi usi. Osservarli e ascoltarli vuol dire progettare con autenticità.
Genitori e caregiver conoscono bene i contesti d’uso reali: spazi domestici, ritmi, abitudini. Sanno cosa è pratico, cosa è sicuro, cosa può essere condiviso o riutilizzato.
Coinvolgerli aiuta a progettare giochi inclusivi, duraturi, sostenibili e coerenti con la vita reale.
Progettare insieme, invece che per, significa ascoltare i bisogni reali, cogliere sfumature invisibili, accettare che ogni progetto può cambiare strada. È un approccio che aumenta il senso di appartenenza al prodotto e alla sua storia.
F: Nel processo di design, ovvero trasformazione di visioni in progetti fattibili, è importante porre il bambino al centro della ricerca come persona con i suoi diritti, e così tutti i caregiver che entrano in contatto con il bambino attraverso il gioco.
Conoscere i loro bisogni, desideri e comportamenti è fondamentale per ogni progetto. ìNoi lo chiamiamo lo studio sulla user-experience e “Kidnascimento” il valore di porre il bambino al centro della ricerca.
